Design by Debonademeo
Stimma
MODERN MURANO GLASS CHANDELIER
Stimma describes the moment when glass, metal and light come together, occupying space and illuminating it. A veritable explosion of matter, colour and energy reminiscent of the natural impulse of a spring bloom.
In botanical language, the word Stimma refers to the top part of the flowers that has a vital function during pollination.
LIGHT IS LIKE A BRUSH THAT ALLOWS YOU TO DEFINE AND CALIBRATE THE ATMOSPHERE OF ENVIRONMENTS THAT WOULD OTHERWISE REMAIN MERE CONTAINERS.
This name simultaneously evokes the naturalistic reference of the concept and describes the formal characteristics of the product whose structure mimics the components of flowers that expand from a central core into a complexity of forms and functions.
Modelli della collezione
Tutti i nostri lampadari sono disponibili in diverse varianti e pienamente personalizzabili.
Personalizzabile e su misura
Colori disponibili
Finiture disponibili
Non fermarti a ciò che vedi, ogni prodotto è personalizzabile nel colore e finitura che preferisci
Designer
Luca De Bona e Dario De Meo fondano lo studio Debonademeo con sede a Padova e Milano. Una doppia prospettiva segnata da innovazione e tradizione che caratterizza progetti volti a superare il dualismo forma-funzione per arricchire di valore espressivo l’habitat contemporaneo. Una ricerca in micro e macro scala che rilegge e fonde vari ambiti: architettura, design, grafica e arte per creare contesti e manufatti capaci di raccontare storie e indurre emozioni. Dichiarando l’hic et nunc come proprio manifesto metodologico, collegano segnali diversi del passato e del presente per tradurli in strategie creative in un approccio innovativo ai settori brand identity, art direction, product design.
Intervista
NELLE IDEE DEI DESIGNER: UN APPROFONDIMENTO
Come è nata l’idea primordiale di questo prodotto?
Frequentare Multiforme è come accedere a un archivio dove storia e futuro si incontrano. Un viaggio dei sensi e delle sensazioni, durante il quale vedere lavorazioni antiche, sentire i suoni dei vari passaggi creativi, toccare con mano finiture tradizionali e nuove interpretazioni. Il nostro ruolo è stato quello di raccontare, sotto forma di prodotto, l’attimo in cui vetro, metallo e luce si fondono occupando lo spazio e illuminandolo. Una vera e propria esplosione di materia, colore ed energia che ricorda l’impulso naturale di una fioritura primaverile.
Il nome come è stato concepito e che significato ha?
Nel linguaggio botanico, la parola Stimma si riferisce alla parte sommitale dei fiori avente una funzione vitale durante l’impollinazione.
Questo nome evoca al tempo stesso il riferimento naturalistico del concept e descrive le caratteristiche formali del prodotto la cui struttura imita le componenti dei fiori che, da un nucleo centrale, si espandono in una complessità di forme e funzioni.
Com’è stata l’evoluzione dell’idea una volta concretizzata nel vetro?
Un piccolo miracolo che si avvera ogni volta che il disegno passa dalla carta alla realtà, con il valore aggiunto di concretizzarsi in un materiale vibrante e poetico, mai uguale a se stesso.
Sei soddisfatto del risultato? Quanto si distacca dal progetto teorico e quanto invece è nato di interessante proprio nel processo produttivo?
Siamo molto soddisfatti. Proprio perché il processo creativo ha trasfigurato gli intenti progettuali in un risultato inaspettato dove ogni elemento si è arricchito di proporzione e caratteristiche derivanti dal processo empirico.
Cos’è per te la luce e come ti piace gestirla nei tuoi progetti?
La luce è come un pennello che permette di definire e calibrare l’atmosfera degli ambienti che altrimenti rimarrebbero meri contenitori. I nostri progetti solitamente usano la luce come materiale plasmabile che reagisce con le forme e i materiali e si espande nello spazio circostante.
Ci piace altresì disegnare prodotti che non siano solo supporto per la luce artificiale, ma abbiano un senso anche da spento interagendo con la luce naturale, i chiaroscuri e le ombre.
Se dovessi pensare a una colonna sonora che rappresenti l’opera, che canzone sceglieresti? O che artista?
La Primavera di Vivaldi, in una versione contemporanea ri-arrangiata con un mixaggio tra strumenti tradizionali e tracce digitali.
Cosa ti è piaciuto in particolare nella collaborazione con Multiforme?
La spontaneità delle azioni e la verità delle promesse. Quello che si dichiara è autentico: dalle persone, alle lavorazioni al rispetto per le professioni come la nostra.
Puoi collocare il tuo prodotto in qualsiasi luogo del mondo desideri, quale sarebbe il posto perfetto?
Per l’allestimento di Euroluce 2023 abbiamo pensato a un non-luogo, una capsula abitativa essenziale, un ambiente primordiale a misura d’uomo che attraverso il nostro prodotto possa vitalizzarsi e fiorire nel processo in cui uno spazio qualsiasi diventa “casa”.
C’è un progetto che non hai ancora fatto e sogni di concretizzare in futuro?
Una scenografia teatrale per un’opera classica dove suoni, persone e luce interagiscono in armonia con lo spazio.
Un progetto di ricerca in grado di portare il design ad essere effettivamente circolare e sostenibile in tutte le sue fasi. Un format progettuale capace di portare il design ad un nuovo livello di consapevolezza.
Quali sono 3 personaggi del XX secolo che hanno influenzato la tua visione del mondo?
Alvaro Siza
Dino Buzzati
Carl Jung